Il prossimo obbiettivo è il mondiale, a Aiguebelette, in
Francia, a settembre. Le cose già fatte sono due Trio vittoriose e due prove di
Coppa del Mondo a Varese e a Lucerna chiuse in finale B. Ma come si sente
un’atleta che chiude una prova del mondo nona o decima nella piccola finale? La
vive come una sconfitta?
Risponde Laura Schiavone, quarta in finale B in doppio
senior con Sara Bertolasi nella terza prova di Coppa del Mondo a Lucerna: “Come
ci si sente? Dipende da come eri partita. Se sai che la tua barca è da finale
B, ce la metti tutta nella finalina e cerchi di fare la migliore gara
possibile”. E a Lucerna come è andata? “La barca ha risposto bene”, dove con
“barca” intende l’equipaggio, lei, l’atleta del Circolo Canottieri Irno e la
capovoga della Canottieri Lario – dobbiamo migliorare sugli ultimi 200 metri”.
A Lucerna le italiane
hanno combattuto alla pari fino ai 1500 metri, subito dietro le inglesi, in
testa fin quasi dalla partenza. Hanno poi ceduto negli ultimi 200 metri,
lasciando il podio alle britanniche, alla Finlandia e alla Danimarca.
La finale A è stata
vinta dalla Nuova Zelanda. Come sono queste neozelandesi? “Fortissime. Un altro
livello. Ma non solo nel doppio femminile. Tutta la squadra. In Nuova Zelanda
il canottaggio è come da noi il calcio. E’ lo sport nazionale. Lì i canottieri
li riconoscono per strada”. Prossimo appuntamento il mondiale in Francia.
Pronostici? “Impossibile farne. Tutto può cambiare. Chi oggi è stato ultimo,
domani può essere in finale”.
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