Annacaterina Scarpetta
“Io sono Salvatore, frequento il liceo classico De Sanctis e
suono il pianoforte da nove anni. Ah dimenticavo, sono cieco”.
Queste le parole con cui si presentò colui che qualche tempo fa si è classificato come vincitore dei giochi regionali Special Olympics nella sezione atletica leggera, ad una delle volontarie del progetto, Mariarita Merola.
Queste le parole con cui si presentò colui che qualche tempo fa si è classificato come vincitore dei giochi regionali Special Olympics nella sezione atletica leggera, ad una delle volontarie del progetto, Mariarita Merola.
Il formidabile atleta ha diciassette anni, cieco dalla
nascita ma con un quoziente intellettivo superiore alla media.
“Io non vedo, lo so, ma questo non rappresenta un limite per
me. Voglio imparare a correre più veloce, stando più dritto” continua
raccontandosi alla splendida Mariarita.
Ed infatti seguito dall’avvocato, nonché appassionato di
atletica, Arturo Volpe si allena assiduamente con impegno e passione al Vestuti
riuscendo ogni giorno a stupire tutti per l’ottimismo e la consapevolezza con
cui affronta la vita.
“Salvatore vede benissimo, la disabilità è la nostra che
guardandolo a volte ci preoccupiamo chiedendoci “Ma adesso ce la farà?” Ce la
fa benissimo, addirittura riesce a salire i gradoni dello stadio. Io che sono
qui da poco più di quattro mesi sto imparando tanto da lui. Quando si allena,
vuole convincermi a correre e mi tira, incoraggiandomi. Praticando atletica
riesce a superare tre giri del campo anche perché a causa della sua disabilità
non avverte a pieno la fatica” spiega la giovane volontaria ancora stupita di
fronte alla grande personalità dell’atleta salernitano.
Insieme a lui a condividere questo percorso che alleggerisce
la vita riuscendo a regalare spensieratezza e divertimento a ragazzi
diversamente abili, c’è Federico.
“Federico ha diciannove anni e a tredici ebbe un’emorragia celebrale. Oggi è un ragazzo ipovedente, con un occhio, infatti, è completamente cieco e con l’altro vede come se avesse davanti a sé uno spioncino” spiega in maniera semplice e diretta la Merola.
“Federico ha diciannove anni e a tredici ebbe un’emorragia celebrale. Oggi è un ragazzo ipovedente, con un occhio, infatti, è completamente cieco e con l’altro vede come se avesse davanti a sé uno spioncino” spiega in maniera semplice e diretta la Merola.
Anche lui, come il vulcano d’allegria Salvatore, ama lo
sport, in particolare il nuoto ed ha partecipato alle regionali:
“La forza d’animo e l’energia positiva che sprigiona è disarmante. Si allena con costanza e dedizione proprio come un normodotato, anzi, oserei dire con ancora più passione.”
“La forza d’animo e l’energia positiva che sprigiona è disarmante. Si allena con costanza e dedizione proprio come un normodotato, anzi, oserei dire con ancora più passione.”
E poi tra i tanti c’è Rosaria, ormai una donna che frequenta
da diversi anni la sede Special Olympics, partecipando attivamente ad ogni iniziativa
nonostante i suoi problemi di ipertensione muscolare.
Non molto tempo fa ha preso parte con entusiasmo e spirito
di iniziativa ad un laboratorio di pasta.
“Rosaria per me è ormai un’amica, andiamo spesso a mangiare insieme una pizza la sera prendendoci in giro e parlando di ogni cosa. Nonostante il grave problema legato alla sua fisicità a fine corso sapeva fare i cavatelli. Era riuscita infatti – continua Mariarita - a sviluppare una tecnica di adattamento ed invece di utilizzare due dita della mano, usava il pollice con un risultato identico. Questo è quello a cui noi puntiamo, ogni giorno il nostro team motiva e stimola questi ragazzi in modo che servendosi della loro voglia di vivere, riescano a trovare vie alternative compensando le proprie disabilità.”
“Rosaria per me è ormai un’amica, andiamo spesso a mangiare insieme una pizza la sera prendendoci in giro e parlando di ogni cosa. Nonostante il grave problema legato alla sua fisicità a fine corso sapeva fare i cavatelli. Era riuscita infatti – continua Mariarita - a sviluppare una tecnica di adattamento ed invece di utilizzare due dita della mano, usava il pollice con un risultato identico. Questo è quello a cui noi puntiamo, ogni giorno il nostro team motiva e stimola questi ragazzi in modo che servendosi della loro voglia di vivere, riescano a trovare vie alternative compensando le proprie disabilità.”
Non a caso, il giuramento ufficiale dell’atleta Special
Olympics:
“Che io possa vincere ma se non riuscissi che io possa
tentare con tutte le mie forze.”
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