di Angelo De Nicola
Quando entrò in palestra per la prima volta e vide il nastro, la palla, le clavette, il cerchio e la fune s'innamorò di una disciplina sportiva che assume il valore di una forma d'arte del movimento. Dall'età di sei anni si è impegnata allenandosi con costanza e dedizione per realizzare i suoi sogni sportivi e riempire d'orgoglio la prima famiglia, con una padre e una madre che la spronavano a continuare, e la seconda creata a Cava de' Tirreni da Raffaella Cammarota.
"Ho amato la ritmica sin dal primo giorno in cui sono entrata in palestra all'età di 6 anni e da allora è stato un susseguirsi di emozioni soddisfazioni e duro lavoro - dice Valentina Viscito, istruttrice dell'associazione di ginnastica ritmica Juvenilia del presidente Antonio Magliano, fondata dalla responsabile Raffaella Cammarota - La Juvenilia è stata la mia seconda "famiglia " da sempre ne facevo parte prima come ginnasta a livello agonistico Ricordo in particolare l'ultima mia gara mi allenavano Raffaella Cammarota e mia sorella Elvira. Mi ricordo che fu un'emozione immensa perché mi classificai 4 e per pochissimo non passai alla fase interregionale del campionato di specialità. Poi cominciai ad affiancare mia sorella e da li capii che trasmettere quella passione, allenare ragazze e bambine che coltivavano il tuo stesso amore per la ritmica era quello che più mi gratificava al mondo.Da lì cominciò la mia formazione di tecnica e giudice federale, da due anni purtroppo per motivi lavorativi non collaboro attivamente con la società,ma sono in prima fila ad ogni competizione ed evento ai quali partecipa l'associazione fondata da Raffaella Cammarota dando tutta me stessa .- prosegue Viscito - Nel corso degli ultimi due anni che ho esercitato il lavoro di tecnica ho curato in particolare il settore amatoriale instaurando un rapporto speciale con ogni singola bambina dai 3 ai 14 anni e lasciarle dopo aver vissuto insieme momenti magnifici tra allenamento e divertimento è la cosa che più mi fa star male.Dovermi staccare da loro è stata davvero dura. Mia sorella ancora oggi mi dice che le bambine chiedono se a Valentina è passata la febbre".
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