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Cinema, Unbroken: nelle sale la straordinaria vita dell'olimpionico Louis Zamperini



di Vincenzo Monetti

Unbroken. Letteralmente significa “non rotto”, “non spezzato”. Un titolo migliore l’attrice Angiolina Jolie non poteva trovarlo per il film che, questa volta, la vede nei panni di regista e produttrice. La pellicola, trasposizione cinematografica del romanzo di Laura Hillenbrand, Unbroken: A World War II Story of Survival, Resilience, and Redemption, racconta l’incredibile storia di Louis Zamperini, atleta olimpionico, eroe di guerra e sopravvissuto al secondo conflitto mondiale. In sala a partire da oggi, 29 gennaio, il film, la cui sceneggiatura è stata curata dai fratelli Coen, è candidato a tre premi Oscar e ha goduto della supervisione dello stesso Zamperini, scomparso lo scorso luglio. La sua è stata una vita esemplare: figlio minore di una coppia di immigrati di origine italiane, Luis nasce nello stato di New York ma dai due anni cresce a Terrance, in California, dove cresce come un ragazzo di strada, tra furti e scherzi pericolosi. Immediatamente entra a contatto con il mondo dello sport: il padre cerca di indirizzarlo verso la boxe ma è grazie al fratello Pete se la corsa diventerà sua compagna di vita. Zamperini mette in mostra tutto il suo talento in questa disciplina, macina record su record guadagnandosi il soprannome di “Torrance Tornado”, fino a meritarsi un posto nella squadra olimpionica per  Berlino nei 5000 mt, nel 1936. Alle Olimpiadi di Germania si classifica ottavo ma è protagonista di un ultimo giro di pista da record (56 secondi).
Riceve perfino i complimenti e la stretta di mano del Fuhrer, Adolf Hitler. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Zamperini si arruola nell’esercito americano, entrando in servizio su un bombardiere dell’Army Air Corps, diventando poi ufficiale e prendendo parte a diverse missioni sul Pacifico come aviatore. Nell’aprile del 1943, durante una missione di salvataggio nel Sud del Pacifico, il suo aereo subisce un guasto al motore e si schianta in mare: muoiono otto degli undici membri dell’equipaggio, lui sopravvive per 47 giorni nell’Oceano prima di essere catturato dalla marina giapponese che lo interna in diversi campi di prigionia. Durante i lunghi anni da prigioniero, sperimentò la fame, la tortura, gli abusi fisici e psicologici che gli lasciarono brutti traumi nei quattro anni successivi alla sua liberazione, nonostante fosse poi tornato in patria come eroe di guerra. Ritrovò la serenità solo dopo essersi “riconvertito” al Cristianesimo, diventando un predicatore, propagandando il potere del perdono. La vita di Louis Zamperini è la celebrazione della bellezza e dell’autenticità dei valori umani e sportivi: “Non mollare mai, a prescindere. Anche se sei all’ultima posizione, taglia il traguardo”. Lo slogan di Zamperini è valido non solo nello sport ma anche nella vita e in tutte le sue sfaccettature. E un atleta lo sa bene che le discipline sportive ti aiutano a temprare il carattere e a combattere le più ardue battaglie, ossia quelle a cui il destino ti sottopone. E, spesso, si riesce anche a vincerle. Proprio come ha fatto Zamperini. La vita lo ha piegato, molto, ma, alla fine, non l'ha spezzato. Unbroken.

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