Tecnologia
e sport costituiscono un binomio sempre più saldo che nel corso almeno degli
ultimi vent'anni ha consentito a molti atleti, non solo di alto livello, di
migliorare le proprie performance (in maniera lecita, si intende!) e
raggiungere traguardi che forse con le normali attrezzature e tecniche di
allenamento non si sarebbero potuti ottenere.
Anche se già a partire
dall'ultimo ventennio del secolo scorso il progresso tecnologico in ambito
sportivo ha visto una crescita esponenziale non sembra che questa corsa sia
destinata a rallentare e che non ci sia da attendersi ulteriori evoluzioni.
Al
contrario, gli investimenti in termini di R&D e per l'acquisizione dei
cosiddetti "intangible asset"
da parte delle grandi case sportive, inclusi tutti i titoli di proprietà
intellettuale quali marchi, brevetti e design, rappresenta una quota sempre
maggiore del budget aziendale, spesso comparabile agli investimenti per
materiali e manodopera ed agli asset di tipo tradizionale. E' facile
comprendere, però, che una ricerca può portare ad un prodotto visibile sul
mercato anche dopo un lavoro di diversi anni. Tuttavia, un utile strumento per
capire cosa ci attende nel futuro, almeno quello più prossimo, è rappresentato
dalla consultazione delle banche dati brevettuali dalle quali è possibile
risalire in anticipo ai progetti su cui si stanno concentrando i diversi attori
dell'industria sportiva.
Se ci si limita ad osservare le domande di brevetto
depositate nel corso del 2014 ed in questo primo bimestre del 2015, risalenti
pertanto ad un periodo non anteriore al secondo semestre del 2012 (le domande
di brevetto sono generalmente rese pubbliche dopo 18 mesi dal loro deposito) è
possibile riscontrare due filoni di ricerca prevalenti. Una percentuale
consistente di domande di brevetto ha infatti per oggetto l'applicazione di
nuovi materiali o lo sviluppo di nuove tecniche di realizzazione per articoli
di abbigliamento di tipo tecnico, in prevalenza scarpe per atletica o calcio,
aventi lo scopo di realizzare prodotti sempre più leggeri ed allo stesso tempo
resistenti e capaci di adattarsi alla specifica anatomia dell'utilizzatore. Una
seconda quota importante di brevetti è invece rivolta alla messa a punto di
sistemi e tecniche per la personalizzazione delle sedute di allenamento e per
la raccolta personalizzata dei dati di ogni singolo atleta al fine di personalizzare
attrezzature sportive ed abbigliamento tecnico. In questo quadro generale
spiccano i soliti grandi marchi quali Nike, Adidas, Puma, Reebok (per
quest'ultima il recente e contestato modello ATV 19+ è descritto nella domanda US2014013617)
mentre le aziende italiane mostrano purtroppo ancora una scarsa propensione
alla ricerca ed alla tutela brevettuale, continuando in questo modo a perdere
ulteriore terreno nei confronti dei competitor esteri.
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