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Pesistica Paralimpica, incontro formativo a Napoli

Felice Caccese
Si è svolto un corso di aggiornamento per tecnici, ufficiali di gara e atleti della FIPE Campania sul tema “La Pesistica Paralimpica”presso l’A.C. e S.D. San Paolo di Napoli, . Oggetto formativo, condotto dal Prof. Antonio Di Rubbo, referente territoriale per le attività paralimpiche, è stato il regolamento tecnico in gara, le metodiche di allenamento e di preparazione fisica.
La pesistica paralimpica è la disciplina sportiva del sollevamento pesi per gli atleti diversamente abili. Le sua attività in Italia è organizzata dalla FIPE  (Federazione Italiana Pesistica) e consiste nell’eseguire 3 prove massimali dell’esercizio di distensione su panca piana.
La specialità venne introdotta nella seconda edizione dei Giochi Paralimpici di Tokyo 1964, anche se allora era riservata ai soli atleti affetti da mielolesioni.

Dobbiamo attendere però il 2012 per vedere l’esordio dell’Italia a livello internazionale al Cardiff IPC UK. Questa partecipazione fu possibile grazie all’avvenuto riconoscimento da parte del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) della disciplina.
Nonostante la pratica in Italia sia datata 2006,  prima con eventi autonomi di alcune società sportive, poi in maniera organizzata e coordinata dalla FIPE con l’introduzione della squadra nazionale, l’aver esordito ad una competizione internazionale solo di recente, ha messo l’intero ambiente di fronte ad un regolamento rigido e  dettagliato,  che rende un gesto sportivo apparentemente semplice, difficile da eseguire per gli atleti,  complicato da giudicare per gli ufficiali di gara e di non facile gestione per gli allenatori.
Ben ha pensato la FIPE Campania - ci dice il suo Delegato, Davide Pontoriere - di avviare questo percorso formativo ed informativo. La Pesistica Paralimpica è un traguardo importante per la nostra organizzazione, e perciò è importante colmare il gap che divide l’Italia dalle altre Nazioni. La Campania è sempre stata presente con l’attività paralimpica ed ora che è regolamentata, non possiamo non tenere il passo. È una grossa opportunità di crescita per lo sport, per i suoi praticanti e per tutto l’ambiente.

I lavori del Prof. Di Rubbo sono stati supportanti da dimostrazioni pratiche degli atleti Gerardo Acito, del quale la nostra rivista ha già avuto modo di parlare, Giuseppe Colantuoni e Raffaele Marmorale, finalisti campani ai Campionati Italiani di riferimento.

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